"Torino Magazine" - inverno 2022
Banco Azzoaglio ha promosso un bel progetto di cultura, inclusione e formazione. Recuperando quella che dovrebbe essere una delle vocazioni di una Banca: essere accanto alle persone. Nessuno escluso.
Il termine banca porta con sé un immaginario declinato in mille situazioni, positive, negative, neutrali quasi mai, perché ha una forza che nasce da secoli di storia, da un ruolo centrale nello svi- luppo del paese, sempre a fianco dei cittadini nella crescita. Il posto sicuro è sempre stato quello in banca; persino quando Pirlo si faceva dare il pallone per controllare la partita noi, certi che non l'avrebbe mai perso, dicevamo: «Ecco, palla in banca». Eppure la cronaca di questi anni ha posto anche un'ac- cezione negativa: i soldi in banca alle Cayman, le banche che falliscono, i soldi meglio sotto il materasso che in banca e poi l'ironia: «Cosa vuoi che sia rapinare una banca in confronto a fondarne una?».
«Noi quest’anno l’abbiamo declinata in un altro modo e lo abbiamo fatto – ci spiegano da “dentro” Banco Azzoaglio – con risorse interne, ovvero con i dipendenti, con chi in banca va tutti i giorni a fare un mestiere com- plicato, come complicata è diventata la normativa di settore, con responsabilità che non sono così evidenti, ma, ve lo assicuriamo, ci sono e non sono leggere».
I bancari e le bancarie, insomma, che sono persone, ognuna diversa, non di rado lontane dai luoghi comuni; e proprio loro, quelli appassionati di lettura e scrittura, hanno deciso di creare un progetto, un laboratorio per gli ospiti di un centro che accoglie una varia e ricchissima umanità. Persone che abbiamo imparato a definire con il lessico arido dei bandi regionali “persone in fascia di disagio”. «Possiamo senza timori chiamarli per quello che sono: ex detenuti, ex tossicodipendenti, ex alcolizzati. Non ci offendiamo per le parole, ci offendiamo per i modi, per i sottintesi, per la distanza messa con le perifrasi». È nata così questa iniziativa della banca: dalla volontà di mettersi a disposizione di persone disagiate, per fornire loro una possibilità di formazione e pratica su temi cui non avrebbero mai potuto avere accesso. Per Banco Azzoaglio tutte le persone devono poter avere una possibilità: «Un conto corrente, una polizza, un deposito a risparmio, una prepagata sono il segno dell'ingresso nel mondo cui tutti possono accedere. Sono le condizioni da garantire a chiunque voglia stare nel mondo contemporaneo senza sentirsi escluso; e non tutti vi hanno accesso».
Il progetto portato avanti da Banco Azzoaglio è una storia un po' fuori dagli schemi, non nata secondo meri dati numerici, ma dalla certezza che i valori abbiano un'importanza: «Per un mese e mezzo, di lunedì, siamo andati al Centro Accoglienza Cascina Martello gestita dalla Cooperativa sociale Proteo. Un vecchio cascinale tra le colline attorno a Mondovì dove abbiamo fatto lettura e scrittura con Tecla, Marisa, Teresa, Nino, Chri- stian, Mario, Alberto, Francesco, Antonino, Fabio, Omar. Abbiamo letto insieme libri, parlato della magia del leggere e dello scrivere. Lettura e scrittura d’evasione, questa volta prendeteci alla lettera... Ognuno di loro ha consegnato la storia che porta incisa nell’anima. Affetti violati, speranze accartocciate da una realtà che non ha saputo proteggere i sogni di bambini e bambine che crescono e diventano grandi; senza sogni, senza amore e senza strumenti per capire la vita. Insicurezze coltivate al posto di normali affetti. Storie di perdite, di errori, vagabondaggi, rifiuti, freddo, crimine».
Storie messe su carta, per guarire, forse. E per dichiarare la propria presenza, perché il passaggio nel mondo non sia stato vano, perché qualcosa resti, magari di utile per qualcuno.
«Ognuno di loro ha scritto bene, meglio di molti fortunati allievi. D’accordo: lo stile, il lessico... ci dobbiamo lavorare. Non ci importa che si scriva una o mezza pagina, o come, perché la storia che esce dalla carta è più che limpida; vive nel dolore personale, nei ricordi delle ferite, nell’amore incondizionato per un figlio o una figlia, nel desiderio di riscatto, nel giorno in cui tutto è cambiato in peggio, nelle illusioni e negli errori ai quali si può sopravvivere. Come se avessero tutti fatto un corso di sceneggiatura: l’incipit, il pathos, i personaggi, l’im- mersione. Tanti “io narranti” autentici. Portatori di verità. Nelle storie ci sono loro, che conoscono bene tutto. Non hanno bisogno di lezioni di stile, non trovi difetti nella trama, incongruenze nella costruzione del perso- naggio. Nessuna correzione, qui».
L'emozione è tanta per ognuno di noi: «Leggiamo e ci portiamo a casa qualcosa che non sappiamo dove piazzare nel nostro report di sostenibilità, né come rendere nel bilancio sociale. Dopo un momento in cui il silenzio ha prevalso, abbiamo deciso, con la loro appro- vazione, di rendere noto questo mese e mezzo, di dare un piccolo megafono a voci che tanti anni fa furono ragazzi e bambini mai ascoltati. A nostro modo abbiamo contribuito a costruire qualcosa, a fare un passo verso un processo di inclusione attraverso un momento di formazione, che ognuno coglierà a modo suo».
Oggi scrivere, domani entrare nel mondo del lavoro, e dopodomani tornare a fare tutte le cose che fanno gli altri, compreso aprire un conto corrente e ordinare una pizza con una prepagata.
Anche il presidente esecutivo, Simone Azzoaglio, si è fatto coinvolgere: «In casa, qui al Banco Azzoaglio, fra le tante, abbiamo una tradizione che dura da 25 anni. A Natale editiamo una raccolta che si chiama “Racconti tra la collina e il mare”. Gli argomenti così come gli autori sono vari, li unisce un filo conduttore, quello di arrivare più o meno dalle nostre parti, cioè da quella terra a cavallo fra la collina e il mare. Quest’anno ci è sembrato giusto accogliere dei pezzi anche da Cascina Martello. Non tutti gli autori arrivano da vicino, ma la loro permanenza alla Cascina li ha resi “dei nostri”. Abbiamo fatto un po’ di fatica a selezionarli, non perché non fossero belli ma perché lo erano tutti. Ne abbiamo dunque scelti alcuni e mischiati con gli altri. A voi il compito di individuarli».
Ecco un passo verso la società, fatto da chi oggi ne è fuori; un passo verso il mondo che può e deve accogliere tutti. Nessuno escluso.